Mia moglie

Mia moglie

sabato 20 novembre 2010

DALLE ALPI ALLE ANDE


Monte Rosa





Monte Agongagua

Sono Pier Dario Zanetta, meglio conosciuto nel mondo come PIER e definito da un illustre personaggio dei nostri tempi, (PANIGA) il piccolo grande Pier. Sparata questa introduzione, narro quanto segue:

Avventura o meglio disavventura di un viaggio di uno sprovveduto alla scoperta dell’Argentina.
Correva l’anno 1977 quando durante un pranzo di nozze mi venne chiesto dove avrei trascorso le ferie. Forse fu l'euforia del momento o l'abbondante libagione che risposi in Argentina, desiderio che però covavo da tempo. Non avevo la più vaga idea di cosa fare, però dal momento che lo dissi, per non smentirmi, mi organizzai. Partii da Milano per Roma e lì mi imbarcai sul jumbo delle compagnia Aerolineas Argentina diretto a Buenos Aires


L’entrata in quel gigantesco aereo che sembrava una città fu una emozione forte, e li pensai alla differenza fra chi partiva per trovare una nuova esistenza e chi come me da turista (come chi deve e chi può).Sull' aereo ebbi modo di conversare con una signora argentina e da li di aquisii i primi rudimenti di spagnolo. Allo scalo di Madrid si imbarcò una compagnia di giovani uruguaiani, armati di chitarre e altri strumenti musicali,che dopo cena crearono una bella serata musicale. Dopo dieci ore di volo atterrammo a Rio de Janeiro. Non so come ma mi svegliai con una ragazzina fra le braccia. Ripreso il volo atterrai alle dieci del mattino all’aereoporto di Buenos Aires. Ad attendermi c'era una coppia di originari della Beatrice zona borgomanerese dove ora sorge il complesso commerciale. Il problema era che io non ne conoscevo il volto. Non so spiegarlo ma fu che sono stati loro a riconoscermi . Dall’aereoporto di Ezeisa mi portarono a un altro per i voli nazionali.Arrivai finalmente a San Juan aeroporto vicino (200 Km) da Mendoza,meta del mio viaggio.
"San Juan è una provincia tristemente nota per la sua ubicazione altamente sismica. Nel 1944 un violento terremoto causò la morte di circa 10.000 persone. La storia narra che durante un concerto, per raccogliere fondi per la ricostruzione della citta, avvenne l'incontro fra Eva Duarte e Juan Domingo Peron. Questa vicenda viene ben evidenziata nel film Evita con Madonna. Le musiche e le immaggini sono pubblicate su questo blog. Combinazione vuole che anche nel novembre del 1977, ossia stesso periodo in cui vidi la citta, avvenne un'altro catastrofico terremoto, 65 morti con danni ingentissimi".


Foto terremoto del 1944

 Mendoza era o lo è attualmente una città con prevalente economia dovuta alla coltivazione del vino, mio zio che coltivava un grosso vigneto, mi portò a visitare la botega JOL una cantina che senza esagerare era grande come S. Stefano. All'interno correva una ferrovia per trasportare le casse di vino prodotte.


Qui,da Mendoza, comincia la mia avventura,sorvolando sulla squisita ospitalità avuta dai miei zii e parenti anche di secondo grado. La cosa che più mi aveva colpito era il fatto di sentirmi come in Italia con persone, i negozi e lo stile della citta che non avevano niente di diverso dai nostri paesi tranne che per le dimensioni. Consultai un elenco telefonico di Mendoza; tranne pochi cognomi di altre nazionalita sembrava di sfogliare l’elenco di Novara.

Ora parliamo delle disavventure. Dopo alcuni giorni di permanenza chiesi a mio zio che lavorava presso il Banco de Italia di cambiarmi l’assegno internazionale che mi ero portato L.it 500.000.Dopo affannose ricerche l’assegno non riuscii a ritrovarlo. Il dramma fu che mi trovavo dall’altro capo del mondo senza denaro. I soldi rimastomi erano 150 dollari. La permanenza era gratuita ma l’imbarazzo era molto.

Un giorno venni invitato da un mio cugino a un viaggio. lui per lavoro io come turista, a Tucuman.


Citta a nord, distante 1300 Km da Mendosa, dei quali più di 300 su strada sterrata, clima completamente diverso pur essendo in Argentina inverno. Dopo quindici ore trascorse in camion arrivammo finalmente a Tucuman all’entrata della città fummo fermati dalla polizia. Ci trattennero dopo i dovuti accertamenti per un ora, si capi più avanti che ci fu uno scontro a fuoco .Una macchina capovolta crivellata di colpi e delle lenzuola che ricoprivano dei corpi. Era l’anno 1977 .Vigeva il regime militare capitanato dal generale George Videla, anni bui dell’Argentina.(15000 desaparesidos).

Sorvolando sulla situazione politica del paese, in Tucuman la vita scorreva normale anche se si sentiva la costante presenza di un regime di polizia. Trovato un albergo per la notte lasciai i compagni di viaggio con accordo di ritrovarci (magnana magnana ) il mattino dopo per il viaggio di ritorno. In serata cenai in un ristorante dalla chiara insegna italiana, cosi non dovetti sforzarmi per conversare e scegliere il menù; cosi ebbi modo di sapere dell'episodio del pomeriggio, pare che ci fu un attacco alla caserma da parte dei Montoneros, il gruppo armato del deposto partito peronista. Chi furono le vittime e quante non si sa.Il mattino seguente dopo una (fortunatamente ) abbondante colazione , attesi l’arrivo dei miei compagni; passano ore e nessuno arrivava, alle 17 di sera cominciai a sospettare che qualcosa era andato storto.

Disperato cercai di contattare il console italiano, che visto la sfiga che avevo appresso ovviamente era irreperibile. Cosi alle 19 mi recai presso il terminal dei bus per fare il biglietto di ritorno per Mendoza. Avevo in tasca 12$ dollari;prezzo del biglietto 20$! Stanco e affamato ebbi un momento di sconforto e per un attimo con molta dignità piansi.



Riavutomi dalla crisi che ci crediate o no avviene quel che io definisco un MIRACOLO ; si presenta un signore mai visto e conosciuto che parlandomi in perfetto italiano con accento romano mi chiede che problema avessi . Gli ho raccontato brevemente la mia disavventura, e lui, dopo giustificati tentennamenti, si offrì di prestarmi i soldi per il ritorno. Quel che ha più del miracoloso è che lui viveva a Mendoza con la sua famiglia per cui io potevo restituirgli i soldi facilmente.


Alle 23 salii sulla corriera per affrontare il viaggio di ritorno; accanto a me sedeva una signora con un bimbo il quale dopo poco si mise a piangere; dopo circa dieci minuti di piagnistei, mi offri di prendere in braccio il bambino; non so perchè ma questi smise di piangere e tutti poterono dormire. Fui svegliato verso le 4 del mattino per controlli dei carabineros . Esibito il passaporto dovetti giustificare la presenza del bambino fra le mie braccia. Passò cosi una mezzora per chiarire la situazione. Verso le 6 del mattino la signora e il bambino lasciano la corriera; accanto a me si siede un signore che,per evidenti motivi, instaura con me una conversazione in quanto lo straniero lo straniero suscita sempre curiosita, soprattutto se è Italiano in Argentina visto che più della metà della popolazione ha origini Italiane e questo non faceva eccezione. Arrivati al terminal di LaRioca questi mi consigliò di andare a visitare un paesino molto caratteristico chiamato Cilesito che distava circa ½ ora con la corriera che, a detta di lui, faceva spola ogni ora. Qualche dollaro mi era rimasto per cui mi avventurai visto che la sosta durava 2 ore. Arrivai in questo desolato posto dopo una ora e mezzo. Ormai non avevo più lacrime, per cui rassegnato affrontai con coraggio quel mi capitava. Erano ormai le due del pomeriggio era l’ora di pranzo le famiglie stavano preparando l’assado ( grigliata di carne bovina).

La foto inserita non è personale ma vuole descrivere una generica grigliata Argentina

Senza timori riverenziali mi avvicinai .Nonostante la stagione, per loro inverno, il clima era mite. Abbigliamento loro: tipo agosto sulle spiagge Romagnole; il mio : giacca a vento in piumino d’oca con macchina fotografica a tracollo. Non so come mi abbiano giudicato, di certo penso che abbiano avuto compassione; infatti si avvicinò un signore che mi chiese se volevo gustare con loro il pranzo. Non feci molte storie e risposi (con mucho gusto) ormai lo spagnolo lo parlavo bene perché la necessità aguzza l’ingegno. Il tutto fini verso le 4 del pomeriggio. Data la stanchezza mi coricai sotto un albero e dormii profondamente. Alle 10 di sera fui svegliato dalla lingua di una capra e dagli escrementi depositati li vicino, suscitando ilarità nei bambini che nel frattempo si erano avvicinati. Fui nuovamente ospite per la cena. Più tardi in questa comunità arrivarono altre persone e iniziarono a cantare e ballare; dalle musiche allegre si passò a canzoni più malinconiche di origini andine.




A me non importava cosa suonassero, bastava che potessi ballare con qualche più o meno bella ragazzina. Tutta questa bella serata mi piace credere che sia stato organizzato per mè, Il giorno dopo fui accompagnato in camion al terminal di Larioca e da lì riparti per Mendoza. Nonostante i numerosi controlli di polizia potei arrivare senza problemi. Arrivato, mi chiesero come era andato il viaggio,( non ho avuto il coraggio di raccontare) io dissi: tutto bene. Il giorno dopo andai a piedi a ridare i soldi alla famiglia del signore che mi prestò il denaro. Fui accolto dalla moglie e le spiegai l’accaduto. Increduli per il mio corretto e onesto atteggiamento, mi ospitarono a pranzo. Alle 4 del pomeriggio ritornai a casa (5 km a piedi). Forse per pudore o altri motivi i miei zii non mi chiesero dove ero andato.




In Mendoza ebbi occasione di visitare la citta, accompagnato dalle mie cugine Laura e Silvana, che, ripeto, non aveva niente di diverso dalle nostre, come palestre cinema bar e negozi. Durante una passeggiata in citta,mi capitò un curioso episodio; una ragazza si fermò a salutare le mie cugine; il volto mi era famigliare,però era impossibile che la conoscessi; presentandoci scoprii che era una cugina di terzo grado nipote di un mio prozio!

Questa foto illustra, in primo piano un quartiere di Mendoza (barrio) edificato con criteri antisismici, essendo una zona altamente a rischio terremoto
Ebbi modo inoltre di visitare il territorio che si estende fino ai piedi dell' Acongagua, il monte più alto della cordigliera delle Ande, al confine con il Cile.



Puente de inca
Dopo 10giorni di permanenza arrivò il giorno della partenza . Ritornai a Buenos Aires e li fui nuovamente ospite della famiglia Creola. E sfogliando le foto di famiglia potei appurarne le origini: erano parenti di una famiglia Zanetti di Baraggioni di cui tal Augusto e Mario erano miei amici. Di Mario che vive in California,gestendo un ristorante, non ho più notizie da anni. Con loro in Buenos Aires ebbi modo di visitare Plasa deMajo con Casa Rosada residenza del capo dello stato.

















In Rione Palermo dove risiedevano personaggi importanti, vidi la casa di Carlos Monzon campione mondiale dei medi, (per la cronaca superò il nostro Nino Benvenuti,) finito purtroppo miseramente. Mi impressionò molto una villa, che poco si vedeva , per la conformazione del chiamiamolo giardino che ricorda Venezia per i ponti e la disposizione di questi piccoli torrenti.



Il giorno dopo mi accompagnarono all'aeroporto. Mi imbarcai , con scalo a Tenerife quindi a Orly e cambiando vettore arrivai a Milano Linate. Qui comincia un’altra disavventura ( la valigia non viene ritrovata) Iniziano le pratiche per la ricerca. Per farla breve, nonostante il continuo interessamento e telefonate dal mio amico Sergio presso la compagnia, non fu mai trovata. Sfortuna vuole che il contenuto viene risarcito in base al peso e non al valore del contenuto.Col senno di poi avrei messo le bottiglie di vino e aguardiente in valigia, e non nella borsa a tracolla in modo che il peso avrebbe giustificato un risarcimento più congruo.20 $ al Kg. Purtroppo tutta la documentazione fotografica e i regali che tenevo tanto a portare a casa non fu mai ritrovata.
Ritornato a casa, arriva il momento del risarcimento danni : valigia prestatami da mio cugino Marco, anche se non nuova, va comunque ricomperata; giacca a vento di Gilberto Gioria; regali della famiglia Creola al figlio che vive a Borgomanero, valore non commensurabile, ma certamente alto affettivamente.

Ho voluto raccontare questa avventura, non tanto per dimostrare la mia capacità di sapermela cavare in qualsiasi situazione, o ridere di me stesso. Semplicemente dire a qualche giovane che leggerà questo post, che non sempre le disavventure sono a lieto fine, ho avuto la grande fortuna di aver trovato persone molto generose, di cui non potrò mai ringraziare o risarcire per quanto hanno fatto per mè.

Ringraziamenti particolare vanno: Giuseppe Giromini mio zio di Mendosa per i pesos prestatomi famiglia Creola di B.aires per l'ospitalità gratuita ricevuta e tutti gli anonimi personaggi che hanno permesso la mia sopravvivenza.
Dedico questo mio Post ai miei  zii Pierino e Amelia ,Giuseppe e Franca e alle mie carissime cugine
Maria del Carmen, Laura e Silvana


Un grazie particolare per Renato Vercelli che senza il suo contributo non avrei potuto realizzare questo blog. Alla redazione di Spillo che lo pubblicherà.













domenica 26 settembre 2010

Pier e Clelia Storia

Clelia and Family nel contesto di S.Bernardo
Sono il solito Pier, che in questo nuovo blog, voglio raccontare come nacque il rapporto tra la mia famiglia e il comitato S. Bernardo
Era l'anno 2000 mese di febbraio circa, quando casualmente incontrai in piazza S.Stefano tal Franco (pinela )
Franchino ( Riz),che con altri comuni amici banchettavano, non ricordo quale era la circostanza.
Invitato a bere, si cominciò a  parlare dei tempi andati, fra gli altri argomenti ci ricordammo quando molti anni
addietro, ci esibimmo in un teatrino, il testo e la regia fu opera mia. Per la verità era una grande stronzata, ma a noi piacque e ci divertimmo.
Fu allora che la mente bacata del Franco, propose  di inserire nei festeggiamenti di S.Bernardo una rappresentazione teatrale. La cosa fu trovata interessante per cui mi chiese di organizzare qualcosa per la circostanza. Ovviamente declinai l'invito, anche perchè non sono quel grande attore e regista che lui pensava.
Però la cosa mi stuzzicava , per cui invitai la dirigenza del comitato a visionare dei filmini in cui Clelia Romina e Miriam  ed io ci  esibivamo in scenette imitando Aldo Giovanni e Giacomo, comici che andavano per la maggiore a quei tempi.
Va detto che queste scenette venivano fatte durante feste tipo capodanni, cranevale o compleanni, nella nostra taverna.e suscitava tanta ilarita.
Visionati i nostri filmini, furono unanimamente daccordo a inserire lo spettacolo nei festeggiamenti.
L'Imput finale mi fu dato da quella simpatica testa di ..... del Franco, che entusiasta esclamò "E fatta abbiamo tutto cio che vogliamo". Questa espressione dimostra quanta amicizia abbiamo e nessuno si offende.
Parte cosi questo rapporto che durerà per anni.
La prima esibizione era di tre scenette di Aldo Giovanni e Giacomo, al momento non ho ancora pronto un filmato da far vedere, mi riservo di proporlo in seguito
L'anno successivo ci proponemmo danzando e sceneggiando alcune note canzoni




    

Le immmagini qui narrano in ordine cronlogico la parodie di Geordy, nota canzone cantata da Joan Beats
e  tradotta da F. De Andre, il ritmo e la danza sono diverse pero a me piace riproporre l'originale


La seconda interpretazione è del balletto Bomba, siccome non lo trovo degno di commenti, proseguo con la terza foto, questa rappresenta la parodia del film Pinocchio, la musica è quella in video da you tube con libera interpretazione ballata  da Clelia Romina Miriam Umberto ed io.
Purtroppo questa mia piccola interpretazione suscitò l'ira dei miei famigliari, perchè a fine interpretazione tanta gente viene a congratularsi con me, lasciando in secondo piano le altre interpretazioni. Gli insulti che ebbi dai mei famigliari con linguaggio colorito ve lo lascio immaginare. Un esempio "qello str... si è esibito per 30 secondi e prende tutti gli applausi, noi che ci siamo fatti un c...o per per tre mesi non siamo considerati!
A mettere il dito sulla piaga ci pensa Margherita (figlia del Piero Minazzoli, che a ogni incontro mi propone di esibirmi come Pinocchio. Questo è il prezzo del successo, fare il cretino per divertire il popolo.
Nel frattempo le nostre performance si estendono anche alla manifestazione della sagra dell'uva, dove il comitato allestisce un carro allegorico.
  Nel nostro piccolo partecipamo attivamente,e tutta la famiglia viene coinvolta.
Più che con parole vorrei illustrare e commentare con foto. In prima fila si vede Francesco,mio genero a capo della banda che apre la sfilata
Sulla sinistra Clelia in alto, Miriam e Romina ai lati, con Claudio Zanetta
magistrale interprete di Conad nella esibizione del sabato in piazza Borgomanero